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mercoledì 19 febbraio 2014

EVOLUZIONE COSMICA - 1

Niente esisteva; né il cielo luminoso
Né l’immensa volta celeste al di sopra delle nostre teste.
Cosa vi era per coprire tutto? Per tutto proteggere?
Per tutto celare?
Era forse l’abisso insondabile delle acque?
Non esisteva morte — eppure niente era immortale,
Nessun limite fra il giorno e la notte;
L’Uno solo respirava senza Respiro, di per se stesso;
Dopo, niente altro vi fu all’infuori di lui.
Regnavano le Tenebre e tutto al princìpio era velato,
In un’oscurità profonda — oceano senza luce.
Il germe che dormiva ancora nel suo involucro
Sbocciò, quale natura una, sotto l’influenza
del calore ardente.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Chi conosce il segreto? Chi l’ha qui proclamato?
Da dove è sorta questa creazione multiforme?
Gli Dèi stessi vennero più tardi in esistenza.
Chi sa da dove è sorta questa immensa creazione?
Chi conosce ciò che le ha dato origine?
Se la Sua volontà creò o rimase muta,
Il più alto Veggente che è nei cieli
Lo sa — o forse nemmeno lui lo sa.
Spingendo lo sguardo nell’eternità….
Prima della fondazione del mondo
………………………………………
Tu eri. E quando la Fiamma sotterranea
Spezzerà la sua prigione e distruggerà la forma…
Tu sarai ancora come eri prima,
E non conoscerai Cambiamento quando il Tempo non sarà più.
O pensiero senza fine! divina Eternità!

Rig Veda (Colebrooke)

Le Sette Stanze - Il Libro di DZYAN


Il Libro di Dzyan, che costituisce la base sulla quale Helena Petrovna Blavatsky ha fondato la sua Dottrina Segreta, è il Libro della Saggezza, della Divina Conoscenza. Esso appartiene ad una serie di scritture dette Kiuti.
La storia dell’Evoluzione Cosmica, come è stata tracciata nelle Stanze è, per così dire, la formula algebrica astratta di quell’evoluzione.
Le Stanze quindi danno una formula astratta che può essere applicata, mutatis mutandis, a tutta l’evoluzione: a quella della nostra piccola terra, a quella della catena di pianeti di cui la nostra terra fa parte, all’universo solare al quale quella catena planetaria appartiene, e così via, in una scala ascendente, finché la mente vacilla e si arresta esausta per lo sforzo.
Le Sette Stanze rappresentano i sette termini di questa formula astratta; si riferiscono ai sette grandi stadi del processo evolutivo e li descrivono. Di essi si parla nei Purâna come delle “Sette Creazioni”, e nella Bibbia come dei “Giorni” della Creazione.

La Stanza I descrive lo stato dell’ UNO-TUTTO durante il Pralaya, anteriore alla prima vibrazione della Manifestazione in procinto di risvegliarsi.
Un istante di riflessione ci farà capire come di un simile stato possa essere dato soltanto un simbolo, essendo impossibile ogni descrizione. Inoltre, esso può essere simboleggiato solo negativamente, poiché, essendo lo stato dell’Assoluto per se, non può possedere nessuno di quegli attributi specifici che servono a descrivere gli oggetti in termini positivi. Quindi tale stato può essere soltanto indicato dalla negazione di tutti gli attributi più astratti che l’uomo sente, più che concepisce, come gli estremi limiti raggiungibili dal suo potere di concezione.

L’EVOLUZIONE COSMICA
da
LE STANZE DI DZYAN

Stanza I

1. L’ETERNA GENITRICE, AVVOLTA NELLE SUE VESTI ETERNAMENTE INVISIBILI, ERA
RIMASTA SOPITA ANCORA UNA VOLTA PER SETTE ETERNITÀ.

2. IL TEMPO NON ERA, POICHÉ GIACEVA DORMIENTE NEL SENO INFINITO DELLA DURATA.

3. LA MENTE UNIVERSALE NON ERA, POICHÉ NON VI ERANO AH-HI PER CONTENERLA.

4. LE SETTE VIE ALLA BEATITUDINE NON ERANO. LE GRANDI CAUSE DEL DOLORE NON ERANO, POICHÉ NON VI ERA ALCUNO PER PRODURLE ED ESSERNE IRRETITO.

5. LE TENEBRE SOLE RIEMPIVANO IL TUTTO ILLIMITATO, POICHÉ PADRE, MADRE E FIGLIO ERANO NUOVAMENTE UNO, ED IL FIGLIO NON SI ERA ANCORA RISVEGLIATO PER LA NUOVA RUOTA E PER IL SUO PELLEGRINAGGIO SU DI ESSA.

6. I SETTE SUBLIMI SIGNORI E LE SETTE VERITÀ AVEVANO CESSATO DI ESSERE, E L’UNIVERSO, FIGLIO DELLA NECESSITÀ, ERA IMMERSO IN PARANISHPANNA, PRONTO AD ESSERE ESALATO DA CIÒ CHE È, EPPURE NON É. NIENTE ESISTEVA.

7. LE CAUSE DELL’ESISTENZA ERANO STATE ABOLITE: IL VISIBILE CHE FU E L’INVISIBILE CHE É, RIPOSAVANO NELL’ETERNO NON-ESSERE, L’ESSERE UNICO.

8. SOLA, L’UNICA FORMA DI ESISTENZA SI ESTENDEVA ILLIMITATA, INFINITA, INCAUSATA, NEL SONNO SENZA SOGNI, E LA VITA PULSAVA INCONSCIA NELLO SPAZIO UNIVERSALE, ATTRAVERSO QUELLA ONNIPRESENZA, CHE É PERCEPITA DALL’OCCHIO APERTO DI DANGMA.

9. MA DOVE ERA DANGMA QUANDO L’ÂLAYA DELL’UNIVERSO ERA IN PARAMÂRTHA, E LA GRANDE RUOTA ERA ANUPÂDAKA?






7 commenti:

  1. Graziana, il brano del Rig Veda è stratosferico, vengono i brividi a leggerlo! Per la "Stanza 1" ti dico che è davvero troppo criptica per me, puoi aggiungere qualche commento per favore?

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    1. Lisa... nel prossimo articolo vedremo ogni punto da varie angolazioni... intanto riflettici :)

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    2. OK! Ci provo anche se ci sono dei termini sconosciuti, cerco su web! Ciao, a presto

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  2. Salve, ci sono tanti siti su web dove si trovano informazioni interessanti, ma non sono altrettanti i blog dove poter discutere e condividere pareri. Su questo argomento ci sarebbe molto da dire. Come il punto quattro, ad esempio! Piacere di averti trovata
    Dante

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    1. Ciao, credo di aver capito chi sei... ci siamo incontrati su Chimera Star? Se non mi sbaglio, so che per te l'argomento non è nuovo! Puntare il dito sul punto quattro della prima stanza è da chi ha un punto di visione particolare... molto Gnostico direi... se vuoi aggiungere il tuo commento in merito ne sono felice! Grazie per essere arrivato fin qui.

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  3. Aspetto la seconda parte! Tutto questo è davvero complesso!
    Un saluto, Marco

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    1. Tra qualche giorno, Marco... sarà disponibile altro materiale... scusa ma sono molto impegnata con il lavoro. Un saluto a te

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